Il vento soffiava forte e la neve cadeva pesantemente, ma Tommaso era determinato.
Camminò fino alla foresta vicina, le sue piccole impronte lasciavano un sentiero nella neve fresca. Cercò l’albero di Natale più piccolo e più grazioso che potesse trovare. Con le sue piccole mani e un vecchio pezzo di corda, riuscì a trascinarlo a casa.
Una volta a casa, decorò l’albero con ciò che poteva trovare: vecchi bottoni, fili colorati e persino le sue calze preferite. L’albero, nonostante fosse piccolo e modesto, brillava di un calore che riempiva la stanza.
Poi, prese un pezzo di carta e una penna e scrisse una lettera a Babbo Natale. Non chiese regali per sé, ma chiese a Babbo Natale di portare la salute a sua madre.
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Scrisse la lettera con tutto il suo cuore, sperando che Babbo Natale potesse sentire il suo desiderio.
Quella notte, Tommaso si addormentò accanto all’albero, sperando che Babbo Natale leggesse la sua lettera. Quando si svegliò la mattina di Natale, trovò un piccolo pacchetto sotto l’albero. Lo aprì e trovò un biglietto che diceva: “La tua gentilezza e il tuo amore hanno riscaldato il mio cuore. Il tuo desiderio è stato esaudito. Con affetto, Babbo Natale”.
Tommaso corse nella stanza di sua madre e la trovò seduta sul letto, sorridendo. “Mi sento molto meglio, Tommaso”, disse. “Credo che sia stato un miracolo di Natale”.
E così, in quel piccolo villaggio innevato, Tommaso e sua madre trascorsero il più bel Natale di sempre, riscaldati dall’amore e dalla gentilezza.
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E da quel giorno in poi, ogni Natale era un promemoria del miracolo che avevano vissuto. E vissero tutti felici e contenti.
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